Riflessioni nell'Era 2.0
- YleniaCardone
- 14 apr 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Roma 14/04/2021

"𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑠𝑒𝑖 𝑞𝑢𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑒, 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑛𝑜𝑛 h𝑎 𝑝𝑖ù 𝑝𝑎𝑟𝑒𝑡𝑖 𝑚𝑎 𝑎𝑙𝑏𝑒𝑟𝑖, 𝑎𝑙𝑏𝑒𝑟𝑖 𝑖𝑛𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑖... 𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑠𝑒𝑖 𝑞𝑢𝑖 𝑐𝑜𝑛 𝑚𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑠𝑜𝑓𝑓𝑖𝑡𝑡𝑜 𝑣𝑖𝑜𝑙𝑎 𝑛𝑜, 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑝𝑖ù, 𝑖𝑜 𝑣𝑒𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑐𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎 𝑛𝑜𝑖, 𝑐h𝑒 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑞𝑢𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑠𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑖 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑝𝑖ù, 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑖ù 𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜..." Cantava così la Mina del 1960 sui versi scritti da Gino Paoli. Nonostante l'argomento trattato, i versi restano espressione di un capolavoro artistico Italiano che evoca l'emozione profonda di un atto di intimità fatto di corpi...Ma questo era il passato.
Oggi finisce l'Era del "il cielo in una stanza" e inizia quella della " favola nella caverna buia".

" 𝑆𝑝𝑒𝑐𝑐h𝑖𝑜, 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑐h𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑏𝑟𝑎𝑚𝑒 𝑐h𝑖 è 𝑙𝑎 𝑝𝑖ù 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑎, 𝑖𝑙 𝑝𝑖ù 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑒𝑎𝑚𝑒?".
Questo è il dilemma che consuma la generazione 2.0, alla ricerca disperata di una identità surreale. Internet sembra essere ormai l'unico mezzo a disposizione per essere riconosciuti dall'altro.
E così, quando anche la carta e l'odore dei libri passa alla preistoria, ci si ritrova nel mondo del Web.
Quel fantastico "paese dei balocchi", dove tutto sembra essere possibile o lo diventa con un click, non ci si cura se, alla fine della storia, si venga trasformati o meno in " 𝑎𝑠𝑖𝑛𝑖" o se si resti "𝑏𝑎𝑚𝑏𝑖𝑛𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑖" pronti a crescere.
Nel Web, quello spazio dai confini impercettibili, dove chiunque si sente davvero libero di poter usare la sua fantasia nel presentare agli altri l'ideale di sé migliore, ci si costruisce una nuova vita. Ed eccoli i 2.0 dell'Era digitale finalmente attori di un palcoscenico a platea mondiale; pubblico fisicamente invisibile ai loro occhi che rende più accettabile o nulla l'ansia nell'esibirsi. In quella caverna buia poche cose sono reali; le "persone" oltre lo schermo esistono attraverso un like ma possono essere bloccate senza replica. Non c'è spazio per questo, forse perché di confronto si può parlare se avviene uno scambio dialettico tra persone.

Il tempo scandito dalle lancette diviene un non tempo, quasi magico.
Caratteristiche fisiche, età, occupazione, stato civile ed ecco mettersi in moto, un nuovo passaporto realizzato dalla fabbrica della fantasia e sponsorizzato dal commercio.

Il Web senza confini tangibili, un posto dove mentire fa parte del gioco e dove la libertà sembra illimitata, dove si può essere super perfetti e super affascinanti in un contesto privo di veri riscontri visivi, di odori reali e "pelle" con cui confrontarsi.
Ed ecco qui che "crescendo" davanti al pubblico invisibile si ha la possibilità di realizzare in modo virtuale il proprio ideale onnipotente di "essere".
Con queste super sensazioni a portata di mano come faranno i nostri eroi a tornare nella realtà, tra gli amici veri o in famiglia dove nessuno li crede o li fa sentire davvero speciali?
Il virtuale da' quello che il reale nega... Allora si va a "vivere" li, riducendo i contatti reali che sono ormai divenuti una fonte di ansia e quindi da evitare il più possibile.
Prendendo in prestito la famosa citazione Shakespeariana, la domanda Amletica resta sempre la stessa...
"T𝑜 𝑏𝑒, or not to be, that 𝑖𝑠 𝑡h𝑒 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛"- "𝐸𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒, 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 è 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑎".
Vivere combattendo o abbandonarsi sognando?
𝐷𝑜𝑡𝑡.𝑠𝑠𝑎 𝑌𝑙𝑒𝑛𝑖𝑎 𝐶𝑎𝑟𝑑𝑜𝑛𝑒


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