CAMBIARE PER PROGREDIRE
- YleniaCardone
- 22 apr 2021
- Tempo di lettura: 8 min
Roma 22 Aprile 2021

CHE COSA INTENDI PER CAMBIAMENTO? :
Ho voluto porre questa domanda a chiunque si sia reso disponibile a scambiare o scrivere un commento in merito, perché a mio parere è sempre da qui che emergono le idee migliori e i pensieri più interessanti per approfondire un argomento.
Secondo me il cambiamento è:
“Il cambiamento è conseguenza della volontà di mutare una realtà, talvolta monotona, abitudinaria”.
“Cambiamento è una trasformazione, una modifica di un qualcosa che può essere positivo o negativo”.
“Mutazione di stato in fisica e in chimica. Nell’uomo se attivo, il cambiamento è volontà e libero arbitrio; se passivo, sprigiona sentimenti di rancore, odio, astio, depressione, frustrazione egoica”.
“La mutazione o il cambiamento, in senso lato del termine, nasce dalla diversità e dallo scontro/ incontro di più realtà, altrimenti c’è stallo, appiattimento e non evoluzione”.
“Il cambiamento è un’opportunità, l’unica cosa davvero permanente ed insita nel concetto stesso di vita e di esistenza…ogni attimo cambia il tempo, lo spazio, il nostro corpo, la nostra coscienza…”
“Il cambiamento è quell’energia che accompagna la vita di ogni individuo”.
“Le fasi della vita comportano un cambiamento, delle nostre abitudini…a volte viene vissuto come un qualcosa di negativo, ma il negativo è rimanere inermi e non andargli incontro”.
“Il cambiamento è quella cosa che non riesco a fare da anni”.
“Il cambiamento è un’opportunità”.
“Il cambiamento può essere tutto. Per me il cambiamento è stato quando mio padre è morto…la mia vita è cambiata; è stato quando ho comprato casa perché ho trovato una mia indipendenza; sicuramente la cosa che mi ha cambiato di più la vita è essere diventata mamma…”.
“Quando cambi scuola, casa, maestra, quando cambi qualcosa nella vita”.
“E’ il punto in cui si apprende una sicurezza, in se stessi e si cambia per vivere meglio, senza però cercare di cambiare gli altri, alcuni cercano un cambiamento per piacere agli altri”.
“E’ rinascita, è la vita che ti chiede di essere vissuta, è la libertà di movimento, di essere ciò che vuoi essere senza porti limiti”.
“Cambiare è vedere dove sbagliavi, rivedere gli errori per non rifarlo più. Cambiare modo di essere, pensare e parlare”.
“Cambiamento è la libera scelta. Qualcosa di esterno che accade e che spinge a vedere, rivedere, modificare,espandere un punto di vista o uno status quo esistente. Cambiamento è rivoluzione, salto, espansione. E’ la biologia del nostro essere, è crescita accettazione del nuovo, è comprensione dell’impermanenza di tutto. Il cambiamento può far paura perché significa esplorazione di ciò che ancora non si conosce, ma è anche energia in movimento, vitalità sprigionata e direzionata. La parola cambiamento ha la forza del terremoto, ma anche la morbidezza dell’acqua, che scorre sicura ed è flessibile e adattabile ad ogni percorso”.
“Cambiamento è smettere di resistere e affidarsi al momento presente e a ciò che accade…è essere eternamente vitali e mai pietrificati o morenti”.
“Il cambiamento è il coraggio di camminare su un burrone. Rischiare di avere quello che si è sempre voluto o perdere anche quello che hai”.
“Il cambiamento è sconfiggere le proprie paure”.
Per ognuno di noi, sostanzialmente il cambiamento si riferisce ad un mutamento, una trasformazione, una metamorfosi, una innovazione, un miglioramento, al processo evolutivo della specie umana. Un processo che rinnova e allo stesso tempo fa paura. Chi di noi, almeno una volta nella vita, non ha desiderato o sognato un cambiamento?
Cambiare scuola (quando eri al liceo e a pelle non sopportavi proprio quella professoressa che, scorrendo il registro, beccava sempre e solo il tuo cognome per le interrogazioni); trasferirsi in una nuova casa (perchè non sei mai riuscito a spiegarti dove stesse spostando i suoi mobili, per anni, il tuo vicino in trenta metri quadri); cercare un nuovo lavoro (quando il tuo capo dice a tutti che sei il più esperto nel tuo settore e decide quindi di sbatterti dall’altra parte del mondo ad aprire una nuova filiale); rinnovare le amicizie (perché quelle vecchie non ridono più quando gli imiti qualcuno che già conoscete); sostituire un partner (perché il calzino in fondo al letto, dopo anni, è diventato troppo per te); correggere i propri pensieri (quando pensi di sigillare la bocca del tuo collega logorroico con abbondante nastro adesivo); modificare le proprie abitudini (come quando magari hai deciso di acquistare un capo d’abbigliamento, solo perché ti piaceva, e non lo hai considerato come sempre nella tua analisi dei passivi di quel mese); trasformare la propria vita (come quando hai preso una decisione importante per te e poi non sei più tornato indietro). Si insomma, quante volte vorremmo avere una bacchetta magica a portata di mano, per cambiare in meglio alcune situazioni? Quante volte pensiamo di modificare una situazione che viviamo con la stessa tempistica di uno scrocchio di dita? Ma quante volte poi si resta fermi sulla linea di partenza senza cambiare concretamente la qualità della nostra vita quotidiana?
DIFFICOLTA’ LEGATE AL CAMBIAMENTO:
Molte delle azioni come lavarsi i denti, percorrere la strada verso il lavoro, lavare i piatti; sono pratiche che mettiamo in atto quotidianamente nei differenti contesti di vita, senza rifletterci troppo. Queste abitudini non sono altro che il frutto di ciò che abbiamo appreso attraverso l’esperienza e che nel tempo, la nostra mente “economia”, mette in atto automaticamente per garantire un minor dispendio di risorse per l’organismo. Sulla base di queste premesse, anche se in un dato momento della nostra vita abbiamo desiderato con tutte le forze di migliorarci, di cambiare un’ abitudine, riflettendoci anche a lungo prima di prendere una decisione, non sempre ci riusciamo. Questi mancati cambiamenti inevitabilmente ci espongono a frustrazioni, a fallimenti, che compromettono la nostra autoefficacia (processo cognitivo che ci permette di essere consapevoli e capaci di affrontare specifiche situazioni o eventi; avere fiducia nelle proprie capacità di ottenere gli effetti voluti) e di conseguenza orientano poi le nostre scelte successive. Quando l’ingranaggio si blocca allora, che cosa succede? In questi casi non riuscendo ad ottenere un cambiamento, torniamo a schemi di comportamento precedenti, che però sono disfunzionali e che quindi ci riporteranno sempre al punto da cui eravamo partiti e mai al raggiungimento di nuove mete. Perchè questo accade? “Oggi ci imbattiamo in un individuo che si comporta come un automa, che non conosce né comprende sé stesso, e l’unica cosa che conosca è la persona che presume di essere, il cui bla bla insensato ha sostituito la comunicazione, il cui sorriso stereo tipico ha soppiantato una sana risata, e il cui senso di sorda disperazione ha preso il posto del dolore autentico. Su questo individuo si possono fare due considerazioni. Una è che egli soffre di difetti di spontaneità e d’individualità che possono sembrare incurabili. Nello stesso tempo si puo’ dire di lui che egli non differisce essenzialmente dai milioni di altri suoi simili che camminano su questa terra” (E. Fromm).
Durante la nostra esistenza percorriamo stadi successivi di crescita e di sviluppo. Un essere umano impara a girarsi, a sedersi, a gattonare e poi a camminare e a correre ed ogni passo richiede il suo tempo. Noi cresciamo accettando in qualche modo i principi di crescita fisica e fisiologica ma abbiamo spesso difficoltà nel comprenderne il processo di crescita nell’area emotiva, delle relazioni umane e del carattere. A volte cerchiamo una scorciatoia, aspettandoci di raggiungere il risultato desiderato saltando alcuni passi importanti per risparmiare tempo e fatica. Che cosa succede quando cerchiamo di prendere una scorciatoia per aggirare il nostro processo di crescita e di sviluppo? Se un giocatore di medio livello decide di giocare ad un livello superiore per fare un’impressione migliore, cosa accadrà? Avere un pensiero positivo forse gli permetterà di essere efficace e competente e di vincere la partita contro un professionista? La risposta è ovvia. È impossibile violare o ignorare un processo di sviluppo che segue un corso naturale e utilizzare una scorciatoia non può che sfociare in delusioni o frustrazioni.“Ogni viaggio di mille miglia inizia sempre con un piccolo passo” (L.Tze).
UN PO’ DI STORIA…MODELLO TRANSTEORICO DEL CAMBIAMENTO:

Per un po’ di storia, torniamo indietro nel tempo. Nel 1982 gli autori James Prochaska e Carlo Di Clemente hanno elaborato un modello che integra in maniera sistemica, molti approcci psicoterapeutici che si occupano di cambiamento. In questo modo nasce il MODELLO TRANSTEORICO DEL CAMBIAMENTO.
Questo modello tiene conto degli aspetti temporali e dinamici del cambiamento; ne considera gli aspetti antecedenti e il suo evolversi nel tempo, definisce il cambiamento comportamentale come un processo dinamico che avviene secondo una sequenza ciclica. (Il modello meriterebbe uno specifico approfondondimento che per questioni di spazio non potra' essere qui trattato; per avere un quadro del modello si rimanda comunque allo schema sopra riportato).
QUALI SONO I MOTIVI CHE POTREBBERO OSTACOLARE IL TUO CAMBIAMENTO?

Ci sono cinque principali motivi che potresti incontrare e che potrebbero impedirti di fare il passo successivo:
1. LA PAURA: bisogna vincere il timore di perdere. Il problema reale non è la paura in se, ma il modo di gestirla e di trattare la sconfitta. E’ il modo in cui gestiamo i fallimenti e gli insuccessi a fare la differenza.
2. LE CATTIVE ABITUDINI: la nostra vita riflette le abitudini che abbiamo preso e che in maniera ripetitiva mettiamo in atto, senza chiederci se sia giusto o sbagliato metterle in atto.
3. LA PIGRIZIA: ci si rende tanto indaffarati da evitare cose che non si vogliono affrontare, si è pigri nell’impegnarsi.
4. IL CINISMO: diventiamo critici e non sappiamo analizzare il problema, quando la paura e i dubbi ci offuscano la ragione.
5. L’ARROGANZA: l’egoismo associato all’ignoranza.
COME SI PROMUOVE UN CAMBIAMENTO?

Se parliamo di cambiamento dobbiamo tenere in considerazione che esso è mosso dalla “motiv-a-zione”; cioè da quella forza che ci spinge a raggiungere un obiettivo e che ci fa agire in vista di esso. Se la motivazione nello svolgere un’attività è gratificante per se stessa, da’ soddisfazione, allora la chiameremo intrinseca; se invece la motivazione che ci spinge è esterna a noi e ci impegniamo quindi per scopi diversi, la chiameremo estrinseca. Inoltre per promuovere e consolidare un cambiamento si deve lavorare su: comportamenti, pensieri, vissuti emotivi (significati soggettivi che il soggetto da’ alle emozioni).
CAMBIARE LE REGOLE PER CAMBIARE NOI:

“Noi siamo quello che facciamo più spesso” (Aristotele).
La nostra quotidianità è costituita da regole, abitudini che ci diamo. Queste disposizioni sono acquisite mediante un’esperienza ripetuta e diventano modelli costanti, inconsci che esprimono quotidianamente il nostro carattere e creano la nostra efficacia o inefficacia. Attraverso un processo graduale, che necessita di un forte impegno, le abitudini in quanto regole che abbiamo appreso, possono essere imparate o disimparate, ma interrompere comportamenti abituali radicati implica qualcosa in più di un po’ di volontà.
E allora come otteniamo un vero cambiamento? Lo otteniamo cambiando le nostre regole, lavorando quindi su tre aspetti fondamentali:
1- Conoscenza: che cosa fare? Perchè?
2- Capacità: come fare.
3- Desiderio: il voler fare, la motivazione.
Ad esempio; un soggetto si può dire inefficace nelle relazioni umane quando dice agli altri costantemente cosa pensa ma non presta mai loro veramente ascolto. Se non si arriva a comprendere il principio, la teoria, il perché, il che cosa fare per interagire in modo efficace con gli altri, posso non arrivare mai a sapere che ascoltare è necessario. Allo stesso tempo posso comprendere questo principio ma posso non sapere come si ascolta veramente in modo profondo un individuo. Inoltre posso sapere che è necessario ascoltare e sapere come ascoltare ma se non lo desidero, ascoltare non rappresenterà una regola nella mia vita. Cambiare una regola richiede che l’individuo lavori su tutte e tre le dimensioni. Lavorando sulla conoscenza, sulla capacità e sul desiderio, possiamo raggiungere nuovi livelli di efficacia personale e abbandonare vecchi paradigmi, vecchi modi di essere e di vedere in vista di nuovi cambiamenti; nuove regole, nuove abitudini, nuovi comportamenti.
CAMBIARE:

Alla luce di quanto detto, NON ASPETTARE ALTRO TEMPO…SEI PRONTO A DARE UNA NUOVA DIREZIONE ALLA TUA ESISTENZA? Sei pronto a farti accompagnare in questo percorso?
Ripensando alla tua vita, quali sono stati o sono i momenti che ti hanno fatto dire: “Adesso basta, è arrivato il momento di cambiare, di voltare pagina, di andare avanti!”.
Allora forse questo è il momento giusto per farlo…Adesso. Cosa aspetti a scrivere un nuovo capitolo? CAMBIA la tua vita.
...RICORDA...

Dottoressa Ylenia Cardone






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